martedì 22 gennaio 2013

Rosaria Lo Russo. Trissonetti sul crollo della borsa. A Elio Pagliarani in memoria.

II

Non avrei mai creduto di vedere la fine
del capitalismo, dice Bruno bisbigliando circospetto
di un sorriso - che ci dobbiamo- pudichi nel ricordo
di un'amicizia adolescenziale. Macché fine
del capitalismo! Io vedo piuttosto la permanenza
dei soliti bruti, arroganza ignoranza ben dis-
sestante il potere, gomorra come prima, più
di prima, e nessuno ( io compresa) che provi per più di un secondo dis eguito un po' di ver-
gogna. Quando da ragazzini Bruno ed io
facevamo gli anarchici ugofoscoli
silvio da un pezzo faceva i berlusconi.
I soldi non contano nulla, l'ha detto il papa:
cade e si rialza e ricade come un gesù durante la via crucis.

III

Ma senza che ci si aspetti la salvezza, né ci prema.
Quelli con le borse sotto gli occhi molto spesso
sonos exy. Ma deve essere solo un leggero rigonfia-
mento di pelle spessa e accolte da un sorriso
franco e diretto. Nulla a che vedere con le bolle
di liquido nerastro o vilaceo che premono sotto-
pelle nella sottile zona bassa perioculare dei vecchi op-
pure di quella bella ragazza che ha preso dritto in un
occhio il cellulare del fidanzato per scherzo sì ma
iniettato di sangue l'occhio involontariamente non
resiste allo sprizzare odio feirno. Pietà per i broker
per i commessi per i promoter o chiccazzosono
che strillano a piazza affari non ne sneto purtroppo,
o per fortuna, e non mi preme la nostra salvezza.

da Rosaria Lo Russo, Crolli, Firenze, Le Lettere, 2012.

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