domenica 20 gennaio 2013


Elio Pagliarani , i libri e le biblioteche

Ho conosciuto Elio Pagliarani nell’aprile del  1974. Mi ero appena laureata e lui abitava da solo in un magnifico, regale e bizzarro atalier -studio  in via Margutta, la strada degli artisti, nello stesso numero civico che ospitava Franchina, Riccardi, Turcato, Jandolo, Severini, per citarne alcuni, insieme a molti artigiani e a qualche attore.
Si arrivava alla sua abitazione, che poi divenne la nostra- non abbiamo cambiato casa fino al 1991, salendo per scale all’aperto che iniziavano da un tunnel sormontato da un’aquila, in mezzo a terrapieni con alberi di arance selvatiche, pruni, nespoli e acanti. La passeggiata stralunata, stralunata per me che avevo solo 23 anni ,durava dieci minuti e finiva in un piccolo slargo che dominava il cortile ed era ombreggiato da un glicine maestoso e da un nespolo. Tintinnio di gocce nella fontana liberty con i pesci rossi.
La porta della casa era brutta, scrostata e piccola. Entrando ci si trovava in un’anticamera bassa e disordinata con le travi del soffitto a vista, travi da cui pendevano letteralmente veli di ragnatele.
Una poltronaccia rosa e sfondata sotto alla finestra che guardava lo slargo e la fontanina era carica di riviste e quotidiani. Alle pareti una libreria aperta , ad angolo, costruita con assi di legno in unico blocco che occupava tutte le restanti pareti.[...]

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