domenica 27 gennaio 2013

Elio Pagliarani, gli Epigrammi ferraresi e le Prediche sopra Ezechiel

 “ Le Prediche del Savonarola nel Cinquecento erano un best seller ( come fu dagli albori della stampa per i libri religiosi. Si pensi alla Bibbia  e all’Imitazione di Cristo) e un’impresa editoriale cui si accinsero dozzine di editori , come Soardi, Arrivabene, Benali, Bindoni, Scoto, Zanni, Volpini, Nicolini da Sabio, la tipografia all’insegna del Pozzo e quella della Speranza, per dire ora soltanto di stampatori veneziani; in totale, stimò il compianto Ridolfi, gran studioso e cultore del savonarola e massimo bibliografo del medesimo, “ in Venezia, nella sola prima metà del secolo XVI l’edizioni delle opere e delle prediche del Frate raggiungono il centinaio” ( al secondo posto fra i best sellers nostrani di quel secolo troviamo l’Orlando Furioso: nei soli dieci anni successivi all’edizione definitiva del poema – 1532, Ariosto morì l’anno dopo – venne ristampato trentasei volte, trovo precisato nei Cinque secoli di stampa di S. H. Steinberg, edito in Italia da Einaudi. Savonarola e Ariosto: singolare, italica coincidenza di opposti!”
Non posso che continuare con questa straordinaria descrizione “ editoriale” : “ Orbene, un best seller all’indice, nell’Italia del Cinquecento costituiva un grosso problema, tanto più che oscillavano i pareri delle autorità religiose, e persino dei papi, sul Savonarola  e la sua predicazione  - il gran papa Giulio II si sarebbe detto pronto a canonizzarlo, probabilmente in odio al papa Borgia) come affermò anche il Ridolfi. In ogni caso l’Indice  di paolo IV, del 57 o del 59 che fosse, proibì le opere del savonarola; ma, dopo ampio dibattito fra i padri conciliari, il Tridentino del ’64, approvato ed omologato da Pio IV dice espressamente “ Hieronymi savonarole Ferrariensis Sermones  illi, qui olim in Romano Indice prohibiti fuere, non legantur, done iuxta censuras Patrum deputato rum emendati prodeant”. Il Tridentino . avendo rimandato al Romano del ’59, non specifica quali testi, già proibiti tout court, più semplicemente non dovranno essere letti finché non saranno stati emendati; ma poi l’ufficialissimo e definitivo Indice  Clementino del ’96 specifica la dozzina di prediche da correggere. In ogni caso quelle prediche non fusorno mai emendate ( anche se dagli Atti del concilio di trento risulta che ne fu dato l’incarico all’arcivescovo di Palermo) e rimasero proibite.
Ma il Tridentino aveva assai alleggerito il Romano del ’59, che a sua volta aveva di molto alleggerito la condanna del Romano del ‘57[…] e. inoltre, come s’è accennato, la stampa delle opere del Savonarola aveva impegnato imprese e capitali, bisognava trovare una via d’uscita, e fu trovata permettendo il commercio e la circolazione di quei volumi dove fossero tolte, amputate,o oscurate da inchiostro nero, le pagine da emendare. Così fu fatto e la maggior parte delle cinquecentine che possediamo oggi delle otto raccolte delle prediche[…] le troviamo con pagine tagliate o cancellate, “castrate”, scrisse il cattolicissimo e castigatissimo Ridolfi[…] Dalla qualità delle cancellature si distinguono bene oggi quelle, diciamo così, fatte in casa, e quelle ufficiali, fatte dagli appositi uffici censorii ( “ a Firenze il castrino fu certo Maestro Alessandro Machiavelli…di cui si vede la firma e la data…su qualche esemplare da lui manomesso, sempre Ridolfi nella sua vita di Gerolamo Savonarola ”)[…] Dunque nel 1515 un bando a Firenze intima a tutti quanti si trovino ad avere “reperti” savonaroliani, di consegnarli alle autorità religiose, e c’è chi anche dice che ciò viene fatto per meglio conservare le reliquie del Frate; ser Lorenzo ha presso di sé le trascrizioni di due raccolte di prediche, sopra i  Salmi e spra Ezechiel ( tra le più importanti, per gli argomenti e l’espressività, l’incisività linguistica, di tutte le raccolte) che non è ancora riuscito a far stampare e non dubita di dover obbedire al bando.
Per fortuna sua e nostra gli capita di parlarne con frate Luca Bettini, o decise di consigliarsi con quello? Il molto, troppo giovane frate Luca Bettini[…] capì subito che quel bando avrebbe invece significato la distruzione delle reliquie savonaroliane, e sconsigliò al notaio di consegnare il manoscritto della trascrizione delle prediche; ma quando si accorse che ser Lorenzo avrebbe adempiuto a ciò che riteneva un suo obbligo, frate Luca ebbe una trovata: chiese in prestito al notaio, per poterle leggere o rileggerle e meditarle, quelle prediche “ per duo dì” ( come scrisse in tarda età in una sua inedita Apologia savonaroliana lo stesso ser Lorenzo, che il Villari scovò fra i manoscritti della nazionale di Firenze, pubblicandone alcuni brani).
Avutale in prestito dal buon Vuoli, il giovane frate andò furtivamente la notte stessa a Bologna, a cavallo di un’asina; qui si recò da un editore assai noto e di illustre famiglia di editori, benedetto di Ettore, e in pochi giorni le due raccolte furono stampate, i Salmi terminati il 20 aprile e l’Ezechiel il 2 maggio 1515, in tiratura ridotta, sulle 250 copie ( che è la media degli incunaboli), il primo in folio, il secondo in quarto; il primo è più raro del secondo. Tornato a Firenze frate Bettini restituì il manoscritto a Ser Lorenzo, che lo consegnò alle autorità che poi lo distrussero”

Elio Pagliarani , Chi castrò le prediche del Savonarola, Wimbledon, Anno III, n. 26, giugno 1992, Libri rari, pp.66-67

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