martedì 20 agosto 2013

Favola.



Il macchinista con la testa fuori
dal finestrino
la bandierina
tutte le passeggere
a chattare sul telefonino
fine d’estate
fra campi di girasoli
o inizio?
Dici che è una favola.

Confermo.

Cetta Petrollo

giovedì 8 agosto 2013

Adoro lo sai i viaggi al sud



Mistura di streghetta
col pelo della monaca
il coglione del diavolo
l’arancia la rapa rossa
le centrifughe buttate
la puzza dei convegni in digeriti
ferronando
quando eravamo nei pressi
io con la bimbetta
tu in gestazione
un’ altra volta.
Ma ancora c’è tutto
(insomma quasi tutto)
di quello che conoscemmo
sconoscemmo
indaffarati incazzosi
nei pressi ci stavamo
come quel gruppo
che non se ne può più
quando ora vogliamo
solo pizza e pasta al sugo
 e morrone di gambero
nel porto  nel vico
magari sfregandoci i piedi.

Accordiamoci  sul  poco
misura bassa ma
scrittura che cresce.
Fattura.
Ecco! Anche ci vuole rammento
l’artiglio del diavolo
il garofano d’inverno
la spina del cactus.
Che sono bella
lo hai visto
tutte le notti transito come
una pulsazione
magari chiusa al cesso
nell’angolo della vasca del bagno
(che non sentano
gli improbabili amanti
smarriti fra le stelle)
Bella come una strega
che trascorre
il cielo come le tue  Ipazie
che scappano ad una ad una
fuori dai manoscritti
bucando le  biblioteche
di cui niente so
tranne che sorellanza.


Adoro, lo sai, i viaggi al sud.

Cetta   Petrollo

martedì 6 agosto 2013

La luna che non c'è.



La luna che non c’è
impazza sulla terrazza.
Benvenute le zanzare
che si saziano della pelle.
E’ un lungo nastro
quello che si dipana
per bricioline
fino alla risposta.
Fino allo star bene
forse
fino alle due
le tre di notte.

Cetta  Petrollo

Paella



Cucinami la paella
mentre salto da un forno
a un altro
leggera sulle frange gialle
come l’indianina che ero
mentre fumavi la pipa.
Ecco! Ascolta! Qui mi ricaricano
a riso tostato e mazzancolle
un vino di Romagna
e un sorriso.
Ma il più avviene la notte
anzi avviene adesso
in un peregrinare
di versi e finestre
nell’attesa del  sud smarrito
che avanza verso l’adriatico.


Cetta  Petrollo

lunedì 5 agosto 2013

E' l'emicrania che odora



Ancora ci agguantano
i marosi del corpo
sono le sbavature
delle sofferenze
quando si impiglia un sorriso
e si strappa.
E’ emicrania che odora
dalla bocca
la  giovinezza sporca.
E mi alzo di notte
osservandomi le mani
le vene in superficie
Sarebbe bella
la stretta dell’ascolto.
Sarebbe bello
uscire come faccio
sopra ai miei anni
nessun viandante intorno.
C’è tempo?
C’è ancora tempo.
Rivedere i pescatori
che riammagliano le reti.
Vederle appese.



Cetta Petrollo

Percorso di parole



Percorso di parole notturne
dove si incespica come nei boschi
che hanno  radici
a fior di terra
Ma io perché mi avventuro?
Perché aspetto di urtare
la vena indurita
appoggiandomi alla tenerezza
della voce?
Perché numero le notti
e preparo risposte di parole?
La voce che seduce.
La cascina.



Cetta Petrollo