giovedì 17 gennaio 2013


La casa si è ricostruita
ha preso forma di nuovo
solo possiedo un taffetà in più
a inizio 2013
che mi sta bene grigio e nero
parlando dell’inverno.
E ogni volta passo vicino alla barra
anzi vado e vengo dalla barra
come dal treno
fitto di slarghi e campanili.
La casa ha ripreso vita
dove sono le voci
dov’è la tua voce
ma la voce si è addentrata
mi é scivolata dentro
in questa doppiatura d’inverno
dove ho fatto nido sotto al solito
piumotto verde
e non ci devo pensare
troppo sono vicini i fili dei
cateteri. Cateteri
parlando di cateteri
ho passato il refe del pescatore
fra la tua la mia la sua anima
solo che più non pulsa l’ombelico
non dà dolore alla mattina
se lui e lui non c’è.
Non dà dolore.
Vorrà dire che siamo fuori dal lutto?
O fuori dall’ amore?
Che è la stessa cosa?
No. Che tutto è  rifluito dentro
si è aggiustato
dormo bene nel letto
ho imparato ad appoggiarmi alla barra
non scrivo più versi puntuti
Vedi come scrivo
con calma
e vado e vengo dalla barra
e vado e vengo dal treno
e ogni volta ti avverto
ma faccio nicchia nel letto
mi si distendono i fianchi
mi sta saldo il cuore.
E no, non sarò mai fuori dal lutto.
E mai fuori dall’amore.

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