giovedì 25 aprile 2013

Se la mangiano gli uccelli



Se quel maggio non si fosse aperto
se quel verso non avesse cantato
se quel bosco fosse stato meno fatato
se non avessi portato quel cappello
se non avessi scommesso sull’ottobre
se le bocche non si fossero urtate.

Ogni se che lascio cadere
descrive la mia vita fra parentesi
la circuisce la rende
friabile assurda e continuando

se non avessi salito quella scala
se non avessi accettato quell’invito
se non mi fossi seduta
se non mi fossi alzata
se avessi avuto più coraggio  meno coraggio
ogni se che cade
è un orecchino che non ritrovi
e ogni se  è come la briciola di Pollicino.

Se la mangiano gli uccelli.

Ma se ogni se è stato trascurato
tralasciato e la più bella strada
è proprio quella che si prende
devo ancora pensare che
ancora  ci saranno altri se
con tutti questi se
ancora un possibile urto
scelta disagio
più coraggio meno coraggio.

Ansito progressione del cuore.

Cetta Petrollo

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