sabato 27 aprile 2013

Da All'epoca che le fanciulle. Donna.



All’epoca che le fanciulle 25 (donna)



E la venticinquesima si mise a raccogliere sulla sabbia pezzi di abiti che le erano caduti intanto che andava, qua un paio di calze, là una sottana, in fondo uno scialletto che la sabbia lo aveva così coperto che quasi non si notava più non fosse per la frangia celeste che sporgeva, più lontano ancora il reggipetto che era proprio da fanciullina con i fiocchetti e i ricami e la maglietta a collo alto si capisce e i reggicalze che non s’usano più ma qualche volta le ragazze ci giocano e poi i sandali e poi i bracciali gli anelli e infine le mutandine e intanto che raccoglieva indossava nuovamente tutte queste cose che mentre le indossava cambiavano e non scintillavano più come quando le aveva messe la prima volta prima di togliersele intendo ma ritornavano su opache e completamente diverse vestiario di donna non più di ragazza.
E dapprima quindi per ordine inverso indossò maglietta e sottana e poi le calze e poi le scarpe e poi lo scialletto e ora come faccio si chiese che nelle mani le erano rimaste mutandine e reggipetto e reggicalze, non posso mica mettermele qua sopra che sono già tutta rivestita perciò decise di non metterle affatto e le ributtò sulla sabbia sperando che qualcuna delle ventiquattro fanciulle che continuavano a girare fra cielo e terra e sabbia e universo e che si arrampicavano lungo le stanze  le grotte e i giardini le notasse e le indossasse ancora una volta per ridare loro luce e splendore.
Lei certo no.
Che lei era tornata donna.
Che donna vuol dire domina. Reggitrice.
Che donna vuol dire governo di sé. Pienezza. Forza. Fiducia. Accudimento. Cura. Che donna vuol dire che intanto che andava misurava di nuovo la processione di piatti e pentole le pila delle lenzuola che dove mai era andata a finire tutta questa roba intanto che le fanciulline spuntavano come funghi dalle sconnessioni dell’amore e del desiderio.
Che dove mai erano andate a finire tutte le sue punteggiature e la libertà di aprire la finestra alla mattina e di dirsi qui abito io.
Io.
Donna. E intanto che andava guardava con grande tenerezza queste ragazze che avevano per un momento pensato di fermare il tempo pensato di aprire i cancelli pensato di prendere gli aerei volare sostare di nuovo ripartire.
Donna. Attenta silenziosa. Donna accorta che difende la femmina. La nasconde.
Donna forte. In dicitura di verso.
In preparazione di nascita di morte.
E nella mia isola ci andrò da sola decise.
Per ora almeno. Per un po’.
Magari la prossima settimana.
L’aliscafo parte dal molo Beverello.
Porterò il mio maglione rosso.
E questo computer. Non si sa mai che mi venga voglia di continuare a scrivere.

Cetta Petrollo

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