Oggi il transatlantico
chiude le comunicazioni
e d’altra parte era da aspettarselo
essendo passato
in così breve tempo 
da un oceano all’altro
dalle collane di haiti
 alla fiera dei
pinguini
dal caldo secco dei tropici
al gelo dei poli 
dalle tranquille rive agli tsunami.
Insomma oggi si chiudono gli s.o.s.
che cosa c’era poi
da salvare?
Nessun naufrago in fondo
solo nuotando
malamente qualcuno
e le popolazioni non potranno vedere
nello sbarco
come sarei stata brava a costruire igloo
o capanne di palma
ad arredare grotte
o attici al trentesimo piano
all’occorrenza
con uguale perizia a seconda del caso 
o degli umori
non potranno vedere mai
come sarei stata
duttile prodiga generosa inventiva
nel mio viaggio
non potranno vedere
quanto mondo sarebbe caduto 
deponendosi ai piedi in omaggio
e nemmeno vedranno 
quei souvenir che si raccattano 
nei porti per turisti
o più all’interno
nei mercatini che solo io
sono  brava a scovare.
Chiude la radio di bordo
internet non ha linea
Il telegrafista ha l’artrosi ai pollici
il cellulare finalmente si sperde
per non parlare della carta ambiziosa  del poeta 
già finita
nessun operaio sarà  più messo al lavoro
il seguito non sarà dato 
le case altrui affittate
e già sventola dal ponte 
la proposta d’affitto.
Cetta
 
 
 

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