venerdì 15 febbraio 2013

Elio Pagliarani su Periodo Ipotetico. 1977. Numero 10/11

Sentite che bello! Pelle d'oca: " Elio Pagliarani sulla funzione del linguaggio poetico ( 1977, anni di piombo, Indiani metropolitani e quant'altro, sul num. 10/11 di Periodo Ipotetico e ci voleva un bel coraggio a dire queste cose allora) : " e per quel tanto che il laboratorio di poesia è verifica del linguaggio dunque verifica dell’ideologia, faremo i conti in tasca al nostro prossimo, e prepareremo gli strumenti ben disinfettati per i chirurghi a venire. ( perché i chirurghi verranno; altrimenti vorrebbe dire che l’Europa ha imboccato senza speranza di ritorno il vicolo cieco di quanti non trovano la ruota) E poi ancora :" “ Ma dalla funzione di verifica del linguaggio si possono e devono trarre anche conseguenze più umili e decisive e immediatamente verificabili, come quella che permette di attivare i sensi del corpo umano: come sono capaci di fare la parola, i costrutti, che colpiscano sensi e intelletto, per freschezza, novità, frequenza di significati, musicalità ( ma di musica anch’essa contemporanea), capacità di insediamento nella meoria – donde l’importanza del ritmo, il grande specifico alleato delle arti, il collegamento principe al canale ipostorico e iperstorico ( non metastorico, meta mai, sempre quaggiù) rappresentato dalla continuità biologica ed estensione, spazialità fisica del corpo umano” Elio che brutto non potercelo più dire. l'Europa ha abdicato. i chirurghi se verranno non saranno i nostri. Ma Giuda porco, come avresti sacramentato tu, almeno il nostro daffare lasciatecelo.

Il corpo umano. Se leggendo una poesia il mio corpo, i miei sensi, rimangono indifferenti ecco quella poesia non mi piace. Non resta nella mia testa. Non l'imparo a memoria. Ma se mi eccita ho il fisico bisogno di vedere come la dice il corpo del poeta. Anche se la sussurra e la trascina male dove lei non vorrebbe andare io devo conoscere assieme al corpo della lingua anche il corpo del poeta.
Questo ho imparato da Pagliarani, tutti i giorni, fra le otto e le nove del mattino.

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