giovedì 7 febbraio 2013

Come un fondo di caffé


Ti darò d’amarmi il permesso
se mi farai volare
senza tenere il filo
perché sono come il piccione viaggiatore
conosco una strada sola.
E poi ritorno.
Ti darò d’amarmi il permesso
se lascerai che pianga
senza chiedermi il perché
ma mi allungherai il fazzoletto
che io non l’ ho mai.
Ti darò d’amarmi il permesso
se non mi chiederai mai e poi mai
quanti percorsi ho chiusi dentro al cuore
e dove si muovono i miei serpenti
e dove azzannano
e in quali ore della notte
e quanti vestiti e dove e quando
ho chiuso in cassapanche che non trovo.
Alcune anche buttate.
Ti darò di amarmi il permesso
se mai mi dirai ti amo
né mi adorerai
ma guarderai con me dal vetro
il caldo e il freddo
e scuoterai con me le scarpe
sullo stuoino.
Ti darò il permesso di avermi
se non mi vorrai
non sempre
non in assoluto
ma mi terrai stretta
in certe sere
quando si agitano i demoni
e tu li butterai fuori
dalla porta
con un abbraccio saldo
e un bicchiere di vino.

Lo so che non è semplice né facile
per compagni di strada
avventurosi
ma la vita passata
è compressa e nera e malinconica
come un fondo di caffè.

L’anima troppo affollata
per tornare a gemere.

Cetta Petrollo

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