mercoledì 29 maggio 2013

E PER AMORE DUNQUE



All’orecchio gli ho detto
appollaiata sul gradino della
camera ardente
una romana camera ardente
all’orecchio gli ho detto
ti metto la ragazza domani la prendo
e te la metto te la metto
vicino alla pipa
di striscio vicino alla fotografia
profittando di essere sola
tutti gli altri a prendersi birra e caffè
in decrescente plenilunio
di freddo e stelline
ma io appollaiata con due candele vicino
all’usanza rumena
e un bicchiere con acqua e zucchero
così l’angelo passa e se la beve facendo il giro
di tutti i tuoi posti che rimangono i segni
delle dita dell’angelo
domani ti metto la ragazza
e te la metto gli ho sussurrato
te la metto perché me l’ha chiesto Elio
che vedi si chiama come te
e come te dice la vita in versi
peraltro come me.
E gli ho chiesto sei d’accordo?
Elio sei d’accordo?
Gli ho chiesto insomma il permesso
che già sapevo accordato
essendoci parlati a tre
in qualche domenica dicembrina
in qualche sabato di gennaio
che non c’è niente da fare
se non dirsi poesie e altre cose a tre
io Elio e te.
A questo punto ho visto che mi si era smagliata
una calza e smagliato anche il cuore
l’ho visto bene che eravamo in tre
io te e Elio
che si chiama come te
e, Elio, appollaiata vicino a te
sull’altare di una camera ardente romana
ho continuato a dirti
che vedi ce l’ho nel cuore
ma proprio proprio nel cuore
che lui nel cuore ha te
e dunque io ho lui che ha te
e tu invece hai la ragazza che ti metto sul cuore
perché lui me l’ha chiesto
ma lui nel cuore forse
ha  anche un po’ me
e io tengo lui
e lui forse un po’ me
e tu hai nel cuore la ragazza
messa sul cuore da me a te
perché lui me l’ha chiesto
e per amore dunque
per amore metto
sul cuore a te.

Cetta Petrollo, 11 marzo 2012, pubbl. sul n.43 di STEVE.

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